Musica pesante Musica pensante
La Musica, dice Daniel Barenboim, lotta continuamente per esistere, per evitare di venire risucchiata dal Silenzio e cioè dal Nulla.
La sonata per pianoforte op. 109 appartiene all’estrema produzione di Beethoven e per luogo comune accademico e di popolo viene considerata difficile e astrusa,benché siano trascorsi circa 200 anni dalla sua venuta al mondo.In realtà se tutti si beano delle opere pittoriche o letterarie o filosofiche del primo ‘800, i cosiddetti classici, l’unica spiegazione di tale luogo comune è che quella sonata raggiunge vertici assoluti di pensiero musicale e richiede che l’esecutore, ma ancor di più l’ascoltatore, si affacci sull’abisso delle possibilità umane per cercare di trascenderne i limiti. Beethoven, all’epoca, aveva fatto della sua sordità pressoché totale il veicolo per superare il limite dell’Umano (la materia) e concentrarsi sul mondo assoluto dei suoni, dove tutto è rappresentabile. Nel Tema con variazioni, terzo movimento lungo quanto metà della sonata stessa, un tema pacato, quasi ultraterreno viene trasformato senza apparenti virtuosismi e delinea un percorso che è metafora di ogni possibile modo di esistere, nel mondo e nella musica. Ritorna infine quel tema in conclusione del processo conoscitivo.
Il pianista deve vivere questa esperienza tenendo conto dell’unica e immensa campata che dall’inizio del movimento conduce alla fine. L’ascoltatore, intuendo la circolarità del tempo musicale, riconoscerà che quel tema oltremondano da cui è partito e a cui si ritorna è mutato. L’esperienza del passaggio non si è svolto nel tempo delle cronologie ma nel tempo della Musica.
Prima di tornare nel Nulla.
Etichette: {Retrogusto}
4 Commenti:
Pasquale, il caro vecchio Daniel ha ragione. L'infrangimento del silenzio. Chissà cosa ne pensa lui di eMule (secondo te?).
Nel frattempo ho trovato un'incredibile esecuzione televisiva del brano in questione ad opera del mitico Glenn Gould che metterò tosto a disposizione dei lettori.
Ascoltare questa terza parte, e pensare all'abisso, mi ha turbato. L'abisso esiste e dopo esserci stato condotto dal vecchio Ludovico van, mi sento fragile.
Caro Pasquale, la tua intuizione mi lascia senza parole. Chi mi conosce sa che è veramente raro vedermi ammutolita. Mi riferisco all'intuizione sull'esperienza dell'esecuzione e del passaggio dal tempo delle cronologie al tempo della Musica. Potrei aggiungere solo un particolare. Ti accorgi di aver superato il tempo cronologico solo alla fine, quando arriva l'ultima nota del pezzo che hai studiato per anni e ti ha accompagnato quasi ogni giorno. Dopo quella nota, l'ultima, non puoi più sapere molto altro, tanto meno che ore siano. Da come scrivi credo che tu abbia provato qualcosa del genere, senza aver mai eseguito una sonata di Beethhoven. Sarebbe bello confrontare le esperienze che raggiungono questo stato.
Grazie ad Emma per il video-tesoro scoperto.
cara MAG
sono veramente contentissimo che il mio pezzo ti abbia colpito. il problema che ho sempre avuto è stato quello di avere scarsi interlocutori
per parlare e condividere le idee sulla musica (che ascolto e studio
da una trentina di anni) perchè quel tipo di musica piace a pochi. Avevo deciso di usare questo pezzo come test, perchè ho intenzione di scrivere quasi esclusivamente pezzi sulla musica (con nostalgia per il mio vecchio sito che si chiamava Lontano). Glenn Gould è una figura straordinaria ma il suo Beethoven è per così dire sui generis. le due esecuzioni che preferisco (fra le circa 30 che posseggo) sono quelle di Arrau ottantenne e di Gilels per DG. p.s. l'esecutore e l'ascoltatore fanno parte dellostesso sistema musicale (diceva Luciano Berio)
Continua ti prego, continua. Per me sei come il tonno...insuperabile!:)Io ti legge sempre mentre il tonno non lo mangio mai.Baci
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page