* Testate
Testate. In principio fu "Il Corriere della Sera". Mi piaceva l'aria demodé della testata d'Italia, così Fiat (sia nel senso della casa automobilistica, sia nel senso della fiducia). Poi, quando già da tempo ero passato a "La Repubblica" - con quella pagina di cultura dove, dalla solitudine dell'uomo globale ai mille modi per cucinare il cinghiale, passando per il nuovo disordine amoroso, si trovava sempre il modo di infilarci dento Zygmunt Bauman - la testata d'Italia divenne l'interazione Materazzi-Zidane. Google per credere. Passai a "Il Riformista". Serio, compatto e compassato. Ma non c'era la pagina della TV. Poi uscì "Libero" con allegato (a soli € 1!) "Libero Mercato" diretto dal mio idolo Oscar Giannino. Quindi passai a "Il Foglio", con il susseguirsi di eventi che tutti conoscono. Qualcuno avrà riflettuto che esistono notizie e approcci alla notizia che hanno l'importante funzione sociale di spiegarci come i giornalisti talora lavorino. Mi riferisco in particolare alla crisi finanziaria, ai mutui subprime, alla cordata Alitalia. And so on. Dunque, perso per perso, sono tornato a "La Repubblica". E non per suggestioni aristoteliche, del tipo che il futuro è alle spalle. Semplicemente è più maneggevole. Il destino è quello di ogni oggetto. Esaurito il suo perchè (leggerlo) resta il suo come (smaltirlo). Ma per smaltirlo bisogna testarlo?
Etichette: * opinioni di un dandy
7 Commenti:
Lascia perdere i giornali di carta, ricettacolo di pubblicità e trionfo della barbara impaginazione (quante torture a quei caratteri!).
Le notizie sono su Internet! Fresche, varie, ipertestuali.
Eccezioni per alcuni settimanali/mensili.
Certo però, non è la stessa cosa leggere da soli davanti al proprio monitor rispetto a spalancare un quotidiano con le gambe accavallate e il mocassino di cavallino.
Lord! Quando ridurrai il tuo acquisto di carta pubblicitaria?
sono sconvolto dal fatto che qualcuno dica o pensi che "il futuro è dietro le spalle". nella mia ingenuità credevo che il futuro
non esistesse.
per quanto riguarda i giornali, forse è meglio
leggerli on lain, così da baipassare il problema dello smaltimento rifiuti (per la bonifica del cervello è meglio rivolgersi alla camorra).
Io continuo a sbirciare il giornale del vicino sul bus, il treno o l'ombrellone. Lo so, rischio di provocare reazioni nervose e potrebbe persino andarmi peggio in tempi di stress da recessione, ma vuoi mettere? Lo scontro fisico è pur sempre roba umana fatta di pelle, odori e magari mocassini. Insomma se va male torno a casa con un gomito rotto, ma almeno così posso dire di non aver interloquito tutto il giorno solo con uno schermo luminoso. Continua a comprare il quotidiano Brummel! Va bene qualsiasi testata!
le notizie caro bosci si, ma il giornalismo vive ancora sulla carta. dipende dai punti di vista brum. credo che per un barbone è più importante che il giornale è abbastanza grande per coprirsi.
Perun barbone si.
Interessante riflessione ontologica.
Alcuni oggetti hanno una funzione principale ed altre secondarie. Tipo spina di pesce.
Ma non è una questione di punti di vista, bensì di realismo. Se cambi canale con un bastone, il bastone fa la funzione del telecomando, in quel frangente. Ma resta comunque un bastone. Ma forse tu non guardi la TV. Meglio così. Non ti servono nè telecomandi, né bastoni.
LB
e perché una pianta può diventare un bastone e un bastone non può diventare un telecomando? non è giusto!!! liberiamo i bastoni e spegniamo le tivù!!!
Boh, mi pare un post-modernismo superfluo.
Caro Pasquale, "Il futuro alle spalle" è una suggestione di Hannah Arendt. Tuttavia, si può sempre dissentire. Io preferisco cogliere l'aspetto leggero della vita, ma evidentemente è una questione (questa si) di punti di vista. Ho l'impressione che il nostro modus vivendi abusi del concetto di punto di vista, per poi di fatto negarlo in nome di un "modus riflettendi" da pensiero unico. Ma tant'è. E meno male, che colgo l'aspetto leggero. A presto,
LB
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