C'ho provato/ Dalla Fiera del libro di Torino
Caro Emma,
ora lo posso dire: «C'ho provato». Sì proprio ora che la Fiera del libro è finita e io mi sento come un tappeto calpestato da tutti quanti i suoi 300.000 visitatori.
Lo so, capita a tutti di sentirsi un po' giù, ma qui non stiamo parlando di una comune spm o magari di una generica spossatezza primaverile, qui stiamo parlando piuttosto di una crisi da rigetto vera e propria. 1200 espositori, 800 incontri, convegni e tavole rotonde, seguite da 7 cene di lavoro con capi mummificati, decongelati e affogati in elaborate salsine agro dolci. Come è sopravvissuta Mag a tutto questo tam tam di editoria «de noi artri»? Molto semplice. Grazie a due angeli della consolazione. Sì, li chiamerò così, anche se in arte si tratta di Antonio Rezza e Natalino Balasso. Ti assicuro che sono molto meglio di quei due lagnosi degli angeli di Wim Wenders.
Il primo angelo arriva nel mio gabbiotto radio mentre sbobino l'ultima mortifera intervista ad A.B.S. (Autore di Best Sellers), immortalato in quarta di copertina a bordo della sua Rolls Royce d'epoca in fuga verso la California. Antonio Rezza entra, prende il mio microfono e urla nelle casse un esaltante: «Questa è la metastasi della letteratura». E se ne va.
Rimango qualche istante ferma con il microfono in mano con la sensazione di aver mandato giù a tradimento una dose di caffeina di prima scelta. Bene, ora posso continuare a sbobinare Clive Cussler sapendo che qualcuno laggiù tra il padiglione J e il padiglione K la pensa come me.
Il secondo angelo interviene in maniera ancora più diretta. Natalino Balasso mi blocca mentre sto conducendo un Carlo Lucarelli di nero vestito nel mio solito gabbiotto per l'intervista. Il Balasso avanza dubbi sull'attività a suo dire licenziosa che io e Lucarelli stiamo per consumare nel gabbiotto. Intanto lo stand è gremito di fans di Natalino che incominciano a ridere e applaudire. Per fortuna Lucarelli non è certo uomo da farsi intimidire, guarda avanti ed entra con me nel gabbiotto. Là fuori intanto Natalino Balasso prepara il pubblico alla nostra uscita, qualche minuto dopo. Per primo Lucarelli che viene accolto da un applauso. Dopo mezz'ora esco io sperando che l'interesse sulle questione si sia nel frattempo smorzato e invece il Balasso mi sgattaiola come un razzo nel gabbiotto per rivelare al suo pubblico la verità: «Proprio come immaginavo: là dentro c'è una vasca idromassaggio a forma di cuore».
Caro Emma, grazie ai miei due angeli la settimana dentro al grande baraccone spennellato di cultura Fiera del libro di Torino è sfrecciata via come la Rolls Royce di Cussler verso la California.
Saluti,
Mag.
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1 Commenti:
Cara Mag,
Un caso di telepatia!
Ieri ho citato Natalino Balasso perchè sul muro di un posto pubblico ho notato che qualcuno aveva scritto: "Hasta la VITORIA siempre".
Mi pareva un Che Guevara naturalizzato a Rovigo!
A presto,
LB
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