* Cellulari
Cellulari. Quando mio nonno comprò il primo portatile aveva ormai più di 60 anni. Definire quel telefono portatile è forse inappropriato. Aveva le dimensioni di un megafono, due ore di autonomia, il peso specifico del Cervino e costava come una Rolls Royce. Quando se ne dovette separare, per comprare un apparecchio che fosse effettivamente portatile, volle restare un minuto solo con lui. Anzi, con lei. Si, perché mio nonno ha sempre battezzato gli oggetti tecnologici, elettronici o meccanici con un nome femminile. Del resto la donna è mobile (in italiano), e il cellulare pure è mobile (in inglese). Solo che il nonno ha sempre usato lo stesso nome: Carolina. Dalla Due Cavalli, all’aratro, passando per la pistola spara-chiodi. Sempre e comunque Carolina. Prima di sostituire Carolina I con Carolina II le riservò un trattamento funebre degno di un Faraone, rivestendola interamente di Scottex Casa. Quello fu il giorno in cui mio nonno mummificò il cellulare. In verità, non aveva sepolto Carolina I. L’aveva eletta (o degradata) a telefono fisso, o semi-mobile. Questo è il cellulare che userò in auto, sentenziò. D’accordo, ma lo Scottex Casa? Quello serviva per evitare che qualcuno lo notasse quando l’auto era posteggiata. Nella sofisticata psicologia di mio nonno, un eventuale malintenzionato avrebbe pensato che si trattasse di un panino, e non lo avrebbe rubato. Si meravigliò che non avessi capito subito. Hai anche studiato, mi rimproverò. In effetti, è vero. Maurizio Ferraris ha scritto un bel libro sul telefonino intitolandolo: Dove sei? È appropriato, non c’è dubbio. Forse mio nonno avrebbe risposto: Alla neuro. Ma come avrebbe fatto, in auto, senza auricolare?
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8 Commenti:
Caro Lord
approfitto del tuo blog per salutarti visto che ci si vede pochino ultimamente; ti avevo già scritto una volta senza firmarmi, ma mi avevi sgamato lo stesso. Comunque sono un tuo vecchio (ma ancora giovanissimo) compagno di bevute: ricorderai serate a straparlare e starnazzare bevendo birra dal prezzo doppio (ma buona) e mangiando cecini. In realtà la ragione per cui ti scrivo è perché ho letto in un tuo post di qualche settimana fa che hai votato Ferrara... ma sei scemo? Mi unisco assolutamente al coro di tuoi conoscenti (e immagino saranno stati tantissimi) che ti avranno infamato per questa scelta! Ma cosa spinge un uomo, a parte un'inarrestabile vocazione alla provocazione, a degradarsi tanto,scaraventando fuori dalla finestra la propria autostima?
Lord Brummel, apprezzo tantissimo la tua citazione su Ferraris! L'ho incontrato diverse volte, è un uomo meraviglioso...se ne va in giro coi capelli scompigliati, la gobba, la giacca tirata da una parte, il pantalone che viene giù malissimo....insomma Brummel, anche tu che sei un Lord dovrai riconoscere che Ferrari è un signor Filosofo perché adempie a tutte le funzioni di un filosofo: semplicemente DI FUORI!
Un tavolo di legno tipo Ikea ma con piano in vetro smerigliato, il mio primo portatile sostentato dalla batteria connesso in wi-fi ed una velux di tre metri quadrati ad illuminare la cucina bianca. Mando una mail e mi scuoto. Mi alzo e vedo la skyline di Bruxelles racchiusa in tre metri quadrati, ed il mio computer che comunica col mondo sospeso in quella luce. Beh, ho obbligato mio fratello ad ereditare quel computer quasi obsoleto di cui mi son disfatto solo per farne un monile di famiglia.
Mr. Blaise
Caro Lindo Ferretti is dead (ma perchè poi, povero Lindo Ferretti! Mica è morto, è soltanto al centro di una piccola conversione...) ho già spiegato fino alla nausea la mia scelta elettorale. Il gusto per la provocazione è certamente centrale, ma la mia autostima sta ancora bene, grazie per l'interessamento. D'altra parte credo che l'ideologia che sostiene te ed altri (ed in certi contesti siete senza dubbio la maggioranza) sia interessante ma non priva di contraddizioni. Senza dubbio la manovra elettorale ferrariana ha suscitato molte polemiche, oltre a un bassissimo consenso elettorale. Io avevo le mie buone ragioni per vedere in questa iniziativa uno stimolo alla riflessione su diritti, pari opportunità e bioetica. Mi sto convincendo comunque che la via politica ed elettorale non fosse quella più indicata. Infine credo che il tuo richiamo alla provocazione sia opportuno, ma unilaterale, considerando i foschi tempi di grillismo-dipietrismo-travaglismo in cui mi trovo mio malgrado a vivacchiare. Non vorrei comunque intasare il blog del mio amico Lele (che tra l'altro la pensa più come te che come me) con queste speculazioni. Magari ne parliamo a voce e - perchè no - con birra&cecini. Se questi ultimi vengono serviti in vasino da notte, credo di sapere a che situazione tu ti riferisca. Brindiamo ai dolori del non più giovane Werther!
Con amicizia,
LB
Caro Mr. Blaise,
Hai compreso perfettamente cosa volevo dire. L'obsolescenza tecnica della modernità avanzata non si contrasta con l'atteggiamento di rifiuto, ma la si convoglia nel ben più solido legame familiare.
Soltanto così, se ne fa una risorsa e si esce dal più esasperato consumismo.
Non saranno d'accordo i miei amici marxisti.
Ma questa, va da sé, è una opinione...
A presto!
LB
Cara Mag,
Convengo con te su ogni punto.
Ho letto tutti i testi e gli articoli di Ferraris, oltre a molti paper dei suoi collaboratori nell'ambito del "Labont".
Non a caso il 6 giugno sarò a Roma per presentare un saggio sul denaro come oggetto sociale, che - come è evidente - ripropone il dibattito tra il filosofo torinese e John R. Searle.
Detto questo, non potevi dirmelo prima che lo hai conosciuto e intervistato?! E per di più, diverse volte!!!
Con tutte le volte che abbiamo parlato di argomenti barbosi (io) e inutili (tu) nemmeno un accenno!
Scegli un castigo adeguato!
A presto,
LB
caro Brummel,
che invidia... 6 commenti al tuo bel pezzo (di post). Sono però contento, e qui ringrazio la "calamita" Emmaboscio per aver aperto una finestra fuori dalla ovvietà dando spazio a dei collaboratori straordinari.
Questi 6 commenti, e il loro livello, mi ridanno forza per insistere con i miei post sulla musica che non piace a nessuno ma che da molto da fare, da anni e anni, ai miei neuroni superstiti ed al cuore.
Caro Pasquale,
Come scrive Pierre Bourdieu la critica e l'estetica musicale risultano spesso virtuosismi, ma soltanto perchè la musica è la più pura delle arti. Sono sempre lieto di leggere i tuoi interventi, che se non frequenti sono sempre acuti! A presto,
LB
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