2009-04-30

Printemps

La primavera tarda a venire. Questo piatto è dedicato sempre alla stessa ignara persona. Da vecchi si ritorna ragazzini?

Di questi tempi le seppie nostrane (dell'Adriatico), belle e freschissime, si avvicinano alla riva e a pochi soldi si trovano sui banchi dei pescivendoli. Una seppia così è completa di tutto ciò che la natura gli ha donato e quindi per le solite due persone ne occorre una da mezzo chilo. Per pulirla occorrono circa venti minuti. Se non siete capaci fatelo fare al pescivendolo oppure arrendetevi e comprate le seppie decongelate che provengono da chissà dove.
In una padella capiente mettete a freddo 250-300 gr. di seppia pulita tagliata a striscioline, uno spicchio di aglio, due cucchiai di olio extravergine. Coprite a filo con acqua e un po' di vino bianco. Incoperchiate e fate cuocere per circa 15 minuti. Quindi aggiungete dei pomodori pelati di grande qualità (ne esistono) e fate cuocere altri cinque o sei minuti. Poi controllate la cottura della seppia e la quantità di liquido rimasto. Se ce n'è troppo continuate a cuocere senza coperchio. Quando il liquido residuo sarà diventato un sugo, aggiustate di sale, peperoncino qualche oliva taggiasca, mescolate e spegnete il fuoco.
In un'altra padella capiente versate un paio di cucchiai di olio e tostate 200 gr. di cous cous precotto, così come si fa per il risotto. Spegnete la fiamma, e versate qualche mestolo di brodo vegetale finché il cous cous ne assorbe.
Spadellate il prodotto su un bel piatto e sgranatelo con una forchetta. Poi formate una bella ciambella di cous cous al centro del quale inserirete il ragù di seppia e mangiatelo con gusto. Per fare bella figura si può impiattare il tutto in porzioni singole.
Beveteci sopra quello che vi pare, ma non l'acqua. È primavera...

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2009-04-28

Mi viene voglia di imparare a suonare la batteria

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2009-04-26

* Generale

Generale. Dietro la collina. La notte (crucca e assassina) è rappresentata dal posto di blocco con etilometro annesso, che balugina sull'autostrada, fin dall'ingresso. Il casello è la collina, meno leopardiana e più rigosiana. Impossibile sottrarsi all'alcol-test. Con proverbiale sobrietà (...) Lord Brummell si aggiudica un bel 0.27, che per chi ha dimestichezza con il codice, corrisponde a un incoraggiante "Vada pure, Dottò". Al suo fianco, foto di gruppo (di ventenni) con signora (sbornia) con in testa il capo-comico (Clown): "Oh, guarda pulotto, che mio zio è Generale...". Naturalmente. Ogni tesi ha l'antitesi che merita. Se si abbassano le soglie consentite per l'alcol alla guida, gli idioti in strada saranno sempre di più. Ed anche il buon vecchio "Lei non sa chi sono io!" rinverdisce i suoi antichi fasti. Tra due minuti è quasi giorno?

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2009-04-23

Fruhling, primavera

La primavera è la stagione degli innamorati. Questa semplice ricetta è quindi dedicata a una persona che non citerò.

Prendete un peperone rosso ed uno giallo, arrostiteli, spellateli e ricavatene delle belle falde.
In una padella mettete un po' d'olio extra vergine di buona qualità ed alcune acciughe sott'olio nonché uno spicchio d'aglio. Prima che le acciughe siano disfatte, fate svaporare un nulla di vino bianco (nella padella). Aggiungete quindi le falde di peperone che avrete finemente tagliato per il lungo a mò di tagliatelle.. Lasciate cuocere per pochi minuti, poi aggiungete una manciata di olive taggiasche e spegnete subito il fuoco. Questa preparazione non prevede il sale.
In una capiente pentola di acqua del rubinetto portata a bollore e salata, cuocete 200 grammi di bucatini di ottima qualità (Gerardo di Nola e simili).
Scolate la pasta e mantecate in padella per qualche minuto. Servite subito. Questa preparazione non disdegna il peperoncino, ma senza esagerare per non coprire il gusto della salsa.
Ovviamente qui si parla di una cucina per 2 persone. Fruhling, primavera...
Consigliato un Cerasuolo fresco ma non ghiacciato.

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2009-04-21

Disney's double take

Tornato in Inghilterra, mi è capitato tra le mani un articolo sulla Disney e sul rotoscoping. Ho così scoperto che le scene di molti cartoni erano state ricavate ricalcando scene di cartoni precedenti.
Caso vuole che il cartone più fake sia proprio il mio preferito da bambino, Robin Hood.
Tuttavia non ci sono rimasto male.
Per esempio, quando imparai che La canzone dell’amore perduto è una rivisitazione del concerto per tromba in D major di Telemann, mi sentii un po’ deluso.
Invece continuo a pensare che Robin Hood sia stato il mio cartone preferito.
Ma è davvero importante?
O forse il punto è che, anche se non importa, questo articolo avrebbe potuto rovinarmi la giornata. Così mi domando se a volte certe cose ho proprio voglia di saperle.
Per la mia persona questa non è una bella domanda, considerato il fatto che la maggior parte dei problemi di natura economica si risolverebbero attraverso il potere informativo e ciò è proprio quello di cui mi occupo. Ma evidentemente il bambino che è in me è un po’ luddista..

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Alle 21 aprile 2009 alle ore 09:56 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

Impressionanti le animazioni! Impressionante sto Telemann! Anche io sono come te, e certe cose penso sia meglio non saperle...

 

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2009-04-20

L'anello della vita

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2009-04-13

Che stanza ci viene qua?

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2009-04-12

Quel che resta

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Composizione pasquale

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2009-04-08

Conoscere gente sul treno, dicevano gli Amari

Ti dimentichi la borsa col tuo computer sul sedile di fianco a quello dov'eri seduto.
Una persona ti chiama in tempo, prima che tu scenda, te lo fa notare, torni sul posto, recuperi la borsa e anziché dimostrarti infinitamente grato e imbarazzato, riesci solo a fare pollice in alto.
Non sei forse solo un cafonciello che si meritava di dimenticare il computer sul regionale per Piacenza?

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Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:31 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

magari un grazie... oggi come oggi la gentilezza è rivoluzionaria...
ma ti è capitato davvero o è un apologo?

 
Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:37 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

È capitato davvero, sotto i miei occhi.

 

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2009-04-07

Atonement

A Oadby, alla cena di Natale del dipartimento, confesso alla mia amica Siân la mia passione per i romanzi. Lei, di orgini gallesi e con un master in letteratura inglese, mi parla di Ian McEwan e del suo libro più famoso. Atonement. Imparo ora che ne è stato tratto un film. In Italia pare che sia stato tradotto con Espiazione. Dato che recentemente leggo solo robazza fantasy, cercai il libro incuriosito.  


È un romanzo decisamente femminile, non c’è quindi da stupirsi che mi sia piaciuto, dato che uno dei miei libri preferiti è Cime tempestose. È la storia di una persona che commette un errore irreparabile. Diventata scrittrice cercherà, attraverso la scrittura, un modo per riparare al suo torto e ottenere la redenzione. Non dirò di più per non rovinare la sorpresa. 
È in assoluto una delle storie più tristi che abbia mai letto. 

Dal punto di vista narrativo, l’uomo è un buon romanziere, lo stile è bello e efficace (per quanto il mio inglese ancora timido possa apprezzare i dettagli della scrittura in originale). Conosce gli strumenti del mestiere: utilizza al meglio la forza dell’evento, esalta come lo stesso avvenimento possa esser percepito in modo totalmente differente da diversi punti di vista e come questo possa influire sul corso delle cose, utilizza il colpo di scena in maniera (quasi) inaspettata. 
Vivamente sconsigliato se siete un po’ giù.

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2009-04-04

Fuoco nell'orecchio

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Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:32 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

è un nuovo modo di farsi una canna senza intossicare i polmoni?

 

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2009-04-02

Indovina chi viene a cena. Ovvero scopri l'intruglio.


O meglio, scopri quale dei miei lavori è in questa foto scattata alla libreria.coop Ambasciatori di Bologna.

Se proprio ti arrendi clicca qui.

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3 Commenti:

Alle 2 aprile 2009 alle ore 11:55 , Anonymous Anonymous ha detto...

Sarai mica quello nella foto di sinistra??

 
Alle 2 aprile 2009 alle ore 19:13 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

chissà qual'è...

 
Alle 14 settembre 2009 alle ore 09:30 , Anonymous stefano tonti ha detto...

...l'avevo indovinato!

 

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2009-04-01

* Pollock

Pollock. Al consueto appuntamento con il Processo a X Factor, in onda ogni sabato alle 14, mi sono reso conto che durante la puntata del 28 Marzo è avvenuto un fatto realmente singolare. Il banco dei "piemme", ossia dei giudici di ogni risvolto comunicativo rispetto ai personaggi ed alle performance canore, annovera tra i suoi più agguerriti esponenti il giornalista Alessandro Rostagno. Rostagno è un bel personaggio, uno capace come Vittorio Sgarbi di portare la propria antipatia al paradosso, fino a risultare - almeno ai miei occhi - simpatico e di brillante intelligenza. Ne fornisco un esempio. Rostagno cita la cantante Dolcenera, sottolineando che il suo nome d'arte è improprio, quasi un ossimoro. Ora, il pubblico si divide come sempre in correnti: chi protesta e chi sostiene. Qualcuno ride. Ma nessuno che faccia notare, a Rostagno ed agli altri, che Dolcenera prende il proprio nome d'arte da un omonimo pezzo di De André, come da lei stessa ricordato a un tributo. Nemmeno il presentatore lo fa. Ora, non mi importa che qualcuno riprenda il giornalista che - fallibile come ogni essere umano - ha semplicemente commesso un errore. Mi preme sottolineare che il pubblico, così sempre convinto di potersi autodeterminare e di essere sovrano, ha perso nuovamente l'occasione per una piccola rivincita. E questo perchè, come dice Rostagno, se Pollock crea una performance e tu non la capisci la colpa non è di Pollock, ma è la tua! Allo stesso modo la sovranità dovrebbe esprimersi, anche nel loisir, attraverso la conoscenza. Ma è evidente che la TV insegna che le persone possono anche essere offese, purchè non se ne rendano conto. E pensare che Karl Popper la chiamava cattiva maestra. Dobbiamo forse ringraziarlo, Rostagno?

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