2009-11-04

* Ermetismi

* Ermetismi. E siccome anche "Jo Jo was a man who thought he was a loner, but he knew it couldn't last" anche Brummell ritorna dopo qualche settimana di latitanza. Se ne scuserebbe, se ciò non fosse interpretabile come un eccesso di volontarismo (eccessivo anche per il sottoscritto, intendo). E mezzo post se ne è già andato senza aver scritto più o meno nulla. Ma non è un male in fondo. Ce la prendiamo spesso con l'oggetto del contendere, quando è evidente che ciò che fa da sfondo ai normali rapporti sociali (riduttivamente: tra ruoli) non è altro che una questione di processi che si attivano. Da qui la grande analogia tra scienza (quella hard) e dimensione collettiva (quella soft). Ho sempre preferito il porno-soft. Perchè de-penso. Come ogni libero pensatore. L'hard non fa per me. Troppo spinto. Incuriosito dal sottrarre ho comprato due foulard. Di colore nero. Non piove più. Va meglio?

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Alle 4 novembre 2009 alle ore 22:37 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

sempre più grande... mi piace questa tua sfaccettatura liberamente rapsodica... allora andiam bene il 14/11 all'angusto e che dio ci abbia in gloria...

 

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2009-10-31

Black Books



Black Books é una libreria. I libri sono tutti ammucchiati qua e lá, in disordine. L’ambiente é polveroso e scassato ma accogliente.

Nella libreria ci lavora il padrone, Bernard, misantropo alcolizzato e fumatore accanito, e Manny, un personaggio talmente eccentrico da non trovare aggettivi per descriverlo. Fran é la terza protagonista, amica dei due e compagna di bevute di Bernard, passa il suo tempo tra la libreria e situazioni assurde. Apparizioni sporadiche di David Walliams (Little Britain).


Di tutti i telefilm britannici che ho visto finora, questo é in decisamente il miglior prodotto. Ambientazione originale, dialoghi e situazioni completamente surreali, personaggi fuori dagli schemi (Bernard, che non vuole vender i libri perché dopo li deve riordinare, Manny che lascia la libreria in una puntata e si trasforma in un’ “accompagnatrice”), tutto cio’ che capita nella puntata é inaspettato. Il tutto condito con un’ ironia tagliente, mai volgare. Una comicitá se vogliamo piú vicina ai Monty Python rispetto ai soliti telefilm inglesi, che come avrete intuito se avete letto i miei post precedenti rifuggono facilmente nel trash. Bellissima.

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2009-10-22

Restyling logo Hello Bologna



Per Dsign ho realizzato questo restyling del logo di Hello Bologna, portale dedicato al turismo business a Bologna.

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2009-10-21

Zefiro

Felici gli amati
e felici gli amanti
Felici coloro che
possono prescindere dall'amore
Felici i felici
(Jorge Luis Borges)

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2009-10-19

The Inbetweeners



Una strategia efficace per riprendersi da un momento di crisi é osservare qualcuno, magari che non ti sta molto simpatico, che se la passa peggio di te. É esattamente la grande idea di questo telefilm, “The inbetweeners”.

Narra di quattro adolescenti alle prese con la scoperta della vita e, in particolare, delle ragazze. Non é possibile narrare le catastrofiche figure di merda in cui incorrono. Il livello di imbarazzo dello spettatore finalmente e inesorabilmente raggiunge il parossismo. Se quando ripensi alla tua adolescenza credi di essere stato impacciato e inopportuno nella maggior parte delle relazioni sociali che hai vissuto, dopo che avrai visto questo telefilm potrai finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Se invece sei nel pieno dell’adolescenza o ci stai per entrare, questo telefilm é un perfetto manuale su tutto cio’ che un ragazzino maschio dovrebbe evitare di fare. E in piú, I quattro protagonisti, oltre ad essere stereotipi di rara banalitá (il secchione, il carino ma impacciato, il contaballe, il totale idiota) sono di un’antipatia unica. Quindi per una volta non ci si sente in colpa per le disgrazie altrui.

Temo che le intenzioni di chi ha ideato questa serie non fossero queste e credo che se ne parlaste ad un inglese lo prenderebbe un po’ piú sul serio, ma per la nostra sensibilitá questo é il migliore uso che ne possiam fare.

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2009-10-15

La torre riflette


(Foto di Marta Papini)
8.000 persone col naso all'insù erano in via Rizzoli sabato 10 ottobre per La torre riflette, la più grande videoproiezione architettonica mai realizzata in città.

I novecento anni di storia della torre degli Asinelli sono stati proiettati sui 97m della torre stessa, tramite i visual di Elisa Serravalli. Un progetto Articolture nell'ambito de La selva turrita, progetto di valorizzazione delle torri di Bologna

Per questo evento ho realizzato la comunicazione visiva. Manifesti 140x200 in affissione per la città, cartoline, vele.
(Foto di Daniele Mantovani)

Qui trovate una esaustiva documentazione fotografica della serata ad opera di Marta Papini.

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Alle 19 novembre 2009 alle ore 11:23 , Anonymous Nicolò Bugatto ha detto...

Grandissimo lavoro.
Tra le citazioni vorrei aggiungere anche Domecgi computer graphic studio.
Che per Articolture e Elisa Seravalli ha
realizzato lo spettacolare crollo e l'incendio della torre che hanno stupito e lasciato a bocca aperta migliaia di persone.

 
Alle 27 settembre 2011 alle ore 17:45 , Anonymous DomeCGI ha detto...

http://www.domecgi.com/

 

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2009-10-12

Eggleston alla Cineteca di Bologna

Ho realizzato per Dsign la cartolina per la proiezione di By the ways – A Journey with William Eggleston alla Cineteca di Bologna.

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2009-10-07

Rupi del vino, un film documentario di Ermanno Olmi, tre progetti di locandina


Per Dsign ho fatto tre proposte di locandina di Rupi del vino, l'ultimo film documentario di Ermanno Olmi. Purtroppo nessuna di queste sarà la locandina ufficiale :-(

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2009-09-30

Ma.Strum



Con Dsign mi sono occupato della grafica di Ma.Strum, 'a new menswear label created from the archives of outerwear innovator Massimo Osti by Donrad Duncan, former designer for lifestyle brand Victorinox'.
Le fotografie qui sopra sono opera di Francesco Corlaita.

L'evento di presentazione ha avuto luogo da Harrods a Londra il 25 settembre (qui ne parla Esquire)

leaflet

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2009-09-21

Adoro le torte di compleanno



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2009-09-06

Videocracy



Sono andato a vedere Videocracy per caso.

Una volta arrivato mi aspettavo, forse ingenuamente, una bella riflessione sul ruolo dell’apparenza nella nostra televisione, la mercificazione della donna, magari come funzionano i messaggi subliminali e così via.

Mi sono invece trovato di fronte all’ennesima invettiva contro Silvio Berlusconi. Invettiva peraltro male realizzata. Manca letteralmente uno svolgimento, una tesi (per intenderci, alla Michael Moore), e a me è parsa come una sintesi di cose già viste e sentite. Non si impara nulla di nuovo.

La ricerca dell'"apparire" come valore supremo non viene interpretato come caratteristica tipica di tutta la società occidentale, ma come una tipicità italiana dovuta al fatto che Silvio Berlusconi, che è stato dimostrato quale noto puttaniere da recenti vicende di cronaca, ha plasmato la televisione commerciale sulla sua visione del mondo, tutta culi e tette.

E io che speravo in una bella introduzione sul fenomeno “Colpo Grosso”, visivamente citato e comunque non un prodotto della televisione berlusconiana, o qualche riferimento ai film con Edwige Fenech, con cui ho avuto l’onore di crescere. Niente.

E poi noi italiani siamo sempre i peggio, la nostra TV fa proprio cacare. Non come la programmazione statunitense, dove grazie a “Fear Factor” possiamo ammirare concorrenti che, per vincere soldi, si mettono a mangiare vermi vivi. E il bello che situazioni del genere in Italia erano state previste trent’anni fa.

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2009-08-31

Emo parte uno: "The Get Up Kids"

È il 1999. Hai 17 anni, non sei tra i più alti della tua età, pesi come un mucchio di stracci bagnati e sei in guerra con l'acne. Sei al quarto anno di liceo, vai con i pattini inline (fare skate era già più figo), ascolti solo musica punk ed hardcore. Vivi in una città che dire periferica è poco, vesti con dei pantaloni che andrebbero bene a tuo padre e sulla maglietta che indossi hai scritto punkers. Per questo motivo ogni mattina sull'autobus vieni deriso da chi ha dei pantaloni sottovuoto e delle scarpe con le zeppe. Lo sai già che solo il tempo ti darà ragione, ma al momento le palle ti girano comunque. Ah dimenticavo: le ragazze non ti guardano neanche per sbaglio (anche qua il tempo ti darà ragione, ma ne sei meno convinto). Ti consola che i tuoi amici sono più o meno come te. Un giorno vai in un negozio di dischi e compri una videocassetta di clip musicali (si chiamava "punxploitation") al prezzo di 5.000 lire, dividendo il costo con l'amico che è li con te. Vai a casa sua e la guardi. Tra i diversi gruppi che conosci ne spunta uno nuovo: The Get Up Kids. Il video che ti cambierà il gusto musicale per i 10 anni a venire è della canzone Action & Action. Il disco dai cui è tratto è Something to write home about. Tenterai di acquistarlo su Negative fallendo, lo scaricherai da Napster con successo, impiegandoci una settimana con la tua connessione a 56k, e non si muoverà dai cd più ascoltati per i prossimi 10 anni.

Sembra punk ma non lo è troppo, è più melodico, le canzoni parlano di storie un po' sfigate tra ragazzi e ragazze. La voce non è urlata, i riff sono più orecchiabili. La tua rabbia giovanile prende consapevolezza e muta. Non è musica triste, affatto: la svolta c'è sempre e raramente è negativa. Su internet leggo che il genere che fanno si chiama Emo (o emo-core da emotional hardcore, più o meno), alcuni lo chiamano post-punk. Scordatevi frange nere e unghie pittate: quello non è emo, è merda, nè più nè meno. Quando la gente pensa all'emo pensa a questo. No, è solo una trasfigurazione degli ultimi anni di un genere nato nella metà degli anni '90, da dei ragazzi un po' sfigati come me.

Ieri sera i Get up kids hanno suonato a Bologna, un evento che aspettavo da circa 10 anni (hanno fato poche date in italia a suo tempo ed erano inattivi dal 2005). Io e centiaia di altri come me eravamo lì. Chi non ha avuto un background simile al mio non può capire cosa diavolo rappresenta. Il tuo passato che ritorna. I tuoi idoli che arrivano e ti dicono «Hey noi siamo ancora qui, non ti dicevamo stronzate!». Le emozioni, le sensazioni, il sudore, tutte le storie della mia vita che mi sono passate davanti agli occhi.
Faccio fatica ancora a realizzare. Alle mie spalle ho la scaletta dei pezzi che hanno suonato e che il chitarrista ha lanciato nel pubblico. Non so più cosa dire, non so come descriverle scrivendo certe situazioni.
Sleep with my memories,
pictures, apologies

Un video non mio di ieri sera: io sono davanti in mezzo, chi mi trova è bravo.

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Alle 31 agosto 2009 alle ore 21:49 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

Wow! Bellissimo post Zane. Mi piace da matti, al contrario dei get up kids e dell'Emous...

 
Alle 31 agosto 2009 alle ore 21:58 , Anonymous Zane ha detto...

Grazie infinite Lele! eh i guk o li ami o li odi... ne approfitto e aggiungo un'altro dei tantissimi video che stanno fiorendo: http://www.youtube.com/watch?v=bXsX3hamLXc
qua mi si riconosce piuttosto bene e si capisce bene l'atmosfera che c'era...

 
Alle 1 settembre 2009 alle ore 13:11 , Anonymous unodeidue ha detto...

start over. start over!

 

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2009-08-24

* For-Nanda

For-Nanda. Quando si muore, la reazione abituale delle persone è spesso sintetizzata nella sequenza sgomento-negazione-santificazione. E le ragioni non sono esclusivamente riconducibili al quadro antropologico occidentale o alla personalità del soggetto in causa, ma anche alle variabili politiche e poetiche del vivere. Prendiamo Fernanda Pivano. La sua morte fa riflettere su diversi aspetti della più che comprensibile costernazione che ne ha caratterizzato i funerali. Se si segue uno schema aristotelico, si può leggere il fenomeno "Morte di Fernanda Pivano" dal punto di vista del bios, del logos e dell'ethos. Rispetto al bios Fernanda Pivano aveva novantadue anni. E a novantadue anni morire non è strano. E qui entra in campo il logos: ciò che ha scritto e - cosa ancor più suggestiva - la capacità di fare leggere ciò che non sarebbe mai stato facilmente leggibile. Sulla strada di Kerouac. Il Grande Gatsby di Scott Fitzgerald. Juke Box all'idrogeno di Ginsberg. E così via. Ma la donna morta qualche giorno fa, ha già consegnato la propria vocazione a pagine immortali. Se rimpiangiamo personaggi della levatura di Fernanda Pivano, lo facciamo in nome dell'ethos, dell'orientamento riflessivo al bene o al male, e del temperamento che un autore dimostra, nel caso specifico, nei confronti della parola scritta. Nessun testualismo spinto. Solo amore per il testo. Quando intervista Charles Bukowski - l'uomo più rude della letteratura americana - lui le regala una rosa. Questo non ha reso biologicamente immortale Fernanda Pivano. Sono le ragioni per la quale la rimpiangiamo, quelle che la rendono immortale umanamente. La cultura non è un attributo narcisisticamente autoriferito, ma una risorsa collettiva a disposizione di intelligenze curiose. Che sia questo il senso della perdita?

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Alle 24 agosto 2009 alle ore 22:35 , Anonymous p.s. ha detto...

a momak piace questo elemento

 

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2009-08-22

Il fumo uccide



- Mi offri una Marlboro che mi sorprendo i polmoni? - chiese cortesemente la Nuvola Nera.
- Ti offro il mio cazzo, così ti sorprendi il culo - rispose Bastardo.
- Ah. Tiralo fuori se hai le palle Bastardo.
Senza esitare Bastardo si alzò dalla sedia e tirò fuori il suo grosso uccello che subito trovò il consenso nel sorriso della barista.
Nuvola Nera, vedendo il suo avversario occupato nella sfida con quella troia, raccolse tutta la materia che trovò nelle profondità del suo essere e gli sputò una roba verde antico sul cazzo. La reazione fu immediata. Il ginocchio del Bastardo arrivò sul viso del vecchietto, e, mentre era ancora in volo, gli regalò un massicio posacenere in fronte. La nuvola nera raggiunse il pavimento. Qualche secondo più tardi lo fecero anche i suoi denti che si erano soffermati in aria.
Come se non fosse niente Bastardo si rimise al banco a bere la sua birra.
Il vecchietto si alzò e sorprese Bastardo alle spalle piantandogli nel viso il cacciavite da elettricista che aveva trovato in tasca. Colpi veloci. I primi tre bucarono la pelle esplorando la cavita orale, il quarto invece fu decisivo. Attraveso l'occhio gli arrivò nel cervello. Per un istante Bastardo si ricordò di una cosa che credeva aver dimenticato. Una roba dell'infanzia. Poi morì.
- Che cazzo guardi? Fammi una birra.
Senza rispondergli la barista si rimise al lavoro e gli diede la birra. Nuvola Nera seccò il mezzo bicchiere con un sorso solo. Mentre stava appoggiando il bicchiere sul banco si senti una sensazione strana. Come se le sue budella si aprissero. E fu proprio così. Poco dopo il contenuto della sua pancia si unì al sangue della cameriera che si trovava per terra. Ora lo aveva capito anche lui, c'era un scambio di ruoli. Aveva sottovalutato le capacita mimetiche degli androidi.

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La meraviglia di una vetrina di ferramenta

Premio in natura per chi indovina di quale ferramenta si tratta.

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Alle 23 agosto 2009 alle ore 01:29 , Anonymous aggregato ha detto...

ferramenta imolese

 
Alle 23 agosto 2009 alle ore 17:50 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

indovinato...

 

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2009-08-18

Natura morta

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2009-08-17

True norwegian (not only) black metal

Fresco di ritorno dalla mia ormai classica scorribanda in terra scandinava, non posso che fare un piccolo report sul mio contatto con la musica norvegese.


Partiamo subito dal sottogenere che tralasceremo: il black metal. La Norvegia lo esporta in quantità industriali e io capisco meno di black metal che di molti altri generi. La mia meta era Oslo, città che consiglio caldamente come posto in cui vivere. Ci sono andato piuttosto preparato, selezionando a monte qualche locale tra i tantissimi che offrono musica dal vivo e "rock" in mille forme e gusti, segnalate sulla guida locale con la classica manina che fa le corna, gran classe.

Tra i tanti il Funhouse si è rivelato il migliore per quanto riguarda la programmazione live. Il simpatico seminterrato, trovato sulla mappa dopo innumerevoli invocazioni ad Odino, è un posto accogliente dove la birra non costa molto (che in norvegia vuol dire 7 euro alla pinta). Entriamo una sera a caso e ci becchiamo un gruppo garage americano, i Chooglin'. Si presentano con occhiali da sole, un chitarrista di 2 metri e più e tre fiati, cosa che mi spaventa di più dell'enorme musicista. Morale della favola, hanno spaccato. Gran suoni e hanno tenuto il palco benissimo. Non ho potuto apprezzare appieno lo show in quanto, essendo alto 180 cm, cioè l'altezza media delle donne in Norvegia, mi sono ritrovato davanti a una selva umana composta da giovanotti alti almeno 195 cm, ma pesanti come una risma di A4.

Nel giorni del mio soggiorno si svolgeva l'Øya festivalen, 5 giorni di band disseminate tra main stage diurni in un parco e vari concerti serali sparsi per la città. La prima sera del festival torno al Funhouse. Suonano quattro gruppi, due li conosco già e non deludono le aspettative. È pieno di gente e non fatica a crearsi una gran baldoria. Dominic e Death is not glamorous la fanno da padroni. Tutti esausti e "presto" in albergo: il giorno dopo si cerca di entrare al mainstage.

Alle 11 apre la vendita degli ultimi biglietti della giornata: suoneranno tra gli altri The Bronx, Kylesa, Band of Horses, Rise Against e Municipal Waste. Alle 10 sono già lì, ma alle 10 e 40 hanno già finito i biglietti. Da pessimo italiano cerco un bagarino: vuole il doppio del prezzo, circa 140 euro. Anche no, visto che devo sopravvivere altri quattro giorni.
Come una donna di mezz'età appena lasciata dal marito bisognosa di shopping per risollevare il morale, mi dirigo verso il Tiger, bellisimo quanto piccolo negozio di dischi. Ne esco estremamente soddisfatto, dato che al contrario di qualsiasi altra cosa, dischi e libri in norvegia non costano molto. In mano brandisco entusiasta The wicked ep dei Funeral Diner, un classico dello screamo norvegese come Calling in dead dei Jr Ewing e due copie di Maximum rock 'n' roll, storica zine americana. Pochi giorni dopo acquisterò anche un bel libro fotografico sui Turbonegro (storica punk rock band norvegese) dal delicato titolo Ass time goes by.

Tempo scaduto, si torna a casa. Purtroppo.

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Alle 17 agosto 2009 alle ore 21:19 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

Bentornato allora! Ma che roba suonavano sti gruppi. Non ho mica capito se sei poi stato al Festivalen

 
Alle 18 agosto 2009 alle ore 17:06 , Anonymous Zane ha detto...

grazie! eh un gran casino millemila gruppi e millemila (sotto)generi! si fa prima ad andare ad ascoltarli... eh alla fine ho fatto solo le serate notturne del festivalen, il mainstage non mi ha voluto!

 

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2009-08-11

Darth Mc Hammer

Continua la mia passione per le varie versioni di danza su questa canzone.
Eccone una interessante.

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2009-08-10

Limoni

Giovani limoni fotografati oggi da Chiara

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2009-08-08

Un metanista sul confine tra Emilia e Romagna

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2009-08-05

Cito uno che cita





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2009-07-30

Non ho niente contro Marina Romea, anzi

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2009-07-29

* Regime

Regime. In ogni comunicazione giornalistica si parla di regime. Oramai, come ogni termine, sta subendo una pesante inflazione. Ora, propongo una virata semantica. Nel secondo volume de La storia della sessualità di Michel Foucault la traduttrice ci rammenta che in francese régime significa "dieta". Mettersi a regime = buttare giù pancia+fianchi+gambotte da porcellino, ecc. Anzi, etc. Alla francese. Ora, comprendo che l'idea di regime, oramai monopolizzata dalla simbologia politica ha in realtà a che fare con la regola. E dunque con la limitazione dell'uso dei piaceri. Appunto, Foucault. Se le pratiche di limitazione dell'eros sono quella economica, erotica e - appunto - dietetica i conti tornano. Sarà per questo che il regime prevedeva le purghe?

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Alle 30 luglio 2009 alle ore 19:51 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

complimenti... al più presto commenterò adeguatamente... (ma lo sai che a parlare di questi argomenti ed in questo modo la ggente si spaventa e ti evita?)

 

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L'Albania si scopre | Alcuni pannelli della mostra


Alcuni dei 37 pannelli che compongono la mostra, che ho progettato insieme a Fabio Boni e ADA.

Qui trovate una ricognizione fotografica dell'inaugurazione a Torino.

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2009-07-28

Nuove arti


Ecco il primo dei progetti che ho seguito qui a D-sign.

Si tratta dell'immagine della serata di premiazione del concorso Nuove arti, promosso da Fondazione Del Monte, MAMbo, Università di Bologna e Cineteca di Bologna.
Tra i vincitori, la nostra Agnese Baruzzi.
Non sembra, ma l'immagine ritrae l'amica Martina Galetti.

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2009-07-27

Screamo

Risulta piuttosto difficile parlare di musica, soprattutto quando se ne capisce poco o niente e quando non si è capaci neanche di suonare il campanello.
Parlare di generi, classificazioni è ancora più complesso, anche perchè spesso è difficile classificare le cose, e molte volte è anche inutile.
Proviamoci, per gioco e senza troppa cognizione di causa... non prendiamoci troppo sul serio.


Ieri in spiaggia sfoggiavo una maglietta dei Page ninety nine (abbreviati in pg. 99), gruppo screamo anni '90.
Ma che cavolo vuol dire screamo? provando a spiegarlo ai presenti Emmaboshi e Lord Brummell bofonchio una specie di definizione: tra un emo (quello bello) ed un hardcore, un po' punk, ma non emo pettinato, bensì più sporco.
In definitiva è una variante dell'hardcore, nata in America nella seconda metà degli anni '90: ritmi caotici, intermezzi melodici, urla (da qui scream-o) e chitarre al fulmicotone.
Qualche esempio oltre i pg. 99? Orchid, Jeromes dream, I hate myself, Portraits of past, Saetia, Funeral diner sono i primi che mi vengono in mente.
Questi gruppi oramai sono inattivi da qualche anno, e spesso hanno raggiunto notorietà (nella nicchia della "scena" di riferimento) dopo essersi sciolti, ma lasciando in eredità melodie e vibrazioni devastanti per successori americani ed europei, creando ulteriori sotto-sottogeneri.
In sottofondo ascolto i Saetia, che a differenza di alcuni del genere, hanno dei tappeti melodici piuttosto interessanti e rileggo il post.
A tratti sembra quasi che ne capisca qualcosa, concerti ne ho visti tanti e dischi ne macino a volontà.

Ma come hanno detto gli Uochi toki l'altra sera (loro, ne sono certo, screamo non lo sono, anche se sono convinti di fare metal...), «è come dire di capire di meccanica possedendo questa e quest'altra macchina».


Qui l'unico live decente che ho trovato su youtube dei pg. 99

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Alle 28 luglio 2009 alle ore 15:17 , Anonymous Anonymous ha detto...

Da padrino che tiene a battesimo direi che è un inizio elettrizzante. A domani con un post sull'emo. LB

 

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Diamo il benvenuto a Zane e alla sua nuova rubrica «Sottogeneri»

Zane è un webdesigner coi fiocchi, ma anche un ex skater, new punker, scatto fisso addicted e, in questa sede, grande esperto di musica indierock/noisepunk/freemandela anni Novanta e Duemila della quale ci aiuterà a indicizzare e capire i mille sottogeneri, grazie alla verve tipica della Provinzia Autonòma de Bulsan da cui proviene.

Eccolo mentre il nostro Brummell gli impartisce il battesimo.
Benvenuto Zane.

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Alle 27 luglio 2009 alle ore 15:14 , Anonymous Zane ha detto...

Grazie mille Lele, troppo gentile nella presentazione e nel benvenuto! (piccola precisazione: ex inline-skater di basso livello)
Dopo la benedizione del lord mi sento pronto per il primo post che arriverà a breve...

 

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2009-07-24

Roberto Saviano visto da Zizola


Roberto Saviano, originally uploaded by Internaz.

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2009-07-23

David Byrne live at Ferrara sotto le stelle


Ecco cosa mi si è parato davanti ieri sera a Ferrara.
Un show coi fiocchi.
Un personaggio totale!

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2009-07-18

Spirali

Il mio fruttivendolo e verduraio di fiducia aveva una piccola zucca. L'ho comprata ed ho realizzato questo piatto. Premetto che la zucca era piccola, tonda, verde e dura da morire. La polpa ha cotto invece in cinque minuti e non è risultata semolosa come quella, tipica dell'Emilia Romagna, adatta a fare i tortelli.
Allora ho mondato la zucca, l'ho tagliata a tocchetti e l'ho messa a bollire coperta a filo d'acqua con uno po' di cipolla e dei gambi di prezzemolo tagliati a pezzetti. Quando la zucca è arrivata a cottura ho passato il tutto con il minipimer ottenendo una purea abbastanza fluida e non granulosa (dipende dalla qualità della zucca).
Intanto ho fatto una brunoise di scalogno, l'ho fatta appassire in poca acqua calda e quando l'acqua è evaporata del tutto ho aggiunto dell'olio extra vergine e ho fatto imbiondire a fiamma bassa. Poi ho aggiunto dei calamari tagliati a strisce lunghe tipo tagliatelle e i relativi ciuffetti di tentacoli,. con fiamma vivace e cuocendo per tre minuti. Le tagliatelle di calamaro in cottura si arrotolano e diventano delle spirali (grande!). Ho eliminato i calamari dalla padella e li ho messi in caldo.
A questo punto ho aggiunto la purea di zucca aggiungendo un cucchiaino di curry e, a fiamma bassa, ho fatto ridurre di un terzo. Ho aggiustato di sale, ho spento il fuoco ed ho aggiunto pochissimo peperoncino in polvere: ci deve essere un che di piccante ma in lontananza, senza coprire gli altri sapori.
Ho quindi scolato i paccheri (di Gragnano) e li ho fatti saltare a fuoco vivace in padella con la purea ristretta e i calamari. Dopo un paio di minuti di insaporimento ho servito il piatto spolverandolo di erba cipollina tritata. Fantastico.
L'estate e l'afa (tanto cara ai pessimi telegiornali italiani) non mi fermano...
Keep cooking!

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2009-07-15

Father Lee and Rabbi Robbie: Funeral on BBC Comedy Extra

Gli inglesi spingono sempre sulla comedy

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2009-07-11

Noi

Da formica ho vissuto mille anni
e nessuno non si è accorto
perché noi formiche siamo tutte uguali.

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2009-07-10

Do you mind if I...

Condivido questa clip (guarda caso della Tv pubblica inglese) in direzione di Tamp.

Vediamo se riconoscete qualcuno.

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2009-07-03

L'Albania si scopre | Immagini da una storia ancora in corso

Ecco una esaustiva documentazione fotografica del mio ultimo lavoro con l'amatissima ADA.
Insieme a Fabio Boni ho progettato la grafica e l'allestimento di questa mostra che racconta, in 37 pannelli, una storia fotografica dell'Albania.
La mostra ha inaugurato a Torino il 26 giugno 2009.

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2009-06-30

Lord Brummell ci illustra il suo urlo funky



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Alle 3 luglio 2009 alle ore 19:20 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

funky funky but chic

 

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2009-06-26

Non so perché ma questo flashmob mi piace da matti


Non sai cos'è una flash mobilitation? Vabbè allora clicca qui.

E ora vi voglio, a non cantare per tutto il giorno Can't touch this!
E se ancora non ti basta e vuoi vedere le braghe originali di Mc Hammer clicca qui.

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2009-06-25

Laif is nao

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2009-06-24

* Riciclare

Riciclare. Riciclare stanca. E non è una citazione da Cesare Pavese. Quando abbiamo interpellato un amico ingegnere su dove avesse riposto la bambola gonfiabile che gli avevamo regalato per il compleanno, lui ha risposto candidamente "nella spazzatura". Per nulla scandalizzato del fatto che qualcuno possa gettare un regalo, con coscienza civica mi sono soltanto preoccupato di chiedergli: "Ma almeno, l'hai messa nell'umido"?

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2009-06-19

The Big Bang Theory

The Big Bang Theory racconta di quattro amici nerd che lavorano al dipartimento di fisica di non so quale universitá a Los Angeles.
Due di questi condividono l’appartamento, e un bel giorno arriva come nuova vicina una ragazza bellissima, buona e semplice, che lavora come cameriera. Uno dei ragazzi si innamora di lei, e questo diciamo é il tema principale.
Per il resto é costruita stile commedia brillante, ambientata principalmente nei loro appartamenti e basata su dialoghi fighi (tipo Friends o Senfield, per indenderci).
Un paio di considerazioni.
Primo, finalmente un telefilm che parla di accademici (sperare negli economisti era troppo anche perché probabilmente un economista é molto piú noioso di un fisico). E riescono a farlo in modo divertentissimo, puntando sulle idiosincrasie dei nerd (esilarante l’ indiano che ammutolisce in presenza delle belle donne e viene scambiato per un ottimo ascoltatore).
Secondo, anche se lo schema é giá noto, le storie sono davvero esilaranti, e i dialoghi sono geniali nella loro assurditá, anche se a volte un pochino pedanti (ma la pedanteria é propria della mente rigorosa e quindi in questo modo rispecchiano appieno i personaggi).
La prima serie é imperdibile, vediamo la seconda.

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2009-06-10

Piove sempre a Parigi

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Paris right now 2, non stop rain

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2009-06-08

Paris right now

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2009-06-03

* Fiammetta?

Fiammetta? Ha ragione da vendere Tamp, quando scrive di Fiammetta. In effetti, a me la fiction piace perchè è tale: finzione appunto, anche se dovrebbe essere basata su un rapporto di mimesi (anche ironica o talora grottesca) con la realtà. Quindi non contesto tanto che sia artificioso o falso ciò che accade ai ragazzi dello spot (ti piantano furgone e tastierista in un mezzo minuto, e tu di fatto imprechi, mica ti metti a cantare Bocelli!) ma che i loro imprevisti siano rappresentati come un investimento fiducioso e ottimistico nel futuro. Da qui, la depressione. 
Da questo punto di vista è evidente che è l'etica della performance a produrre la depressione. Se in passato ci si misurava con i vincoli imposti dalle strutture sociali e il malessere derivava dal dramma edipico del senso di colpa, ora il problema sembra essere lo scarto tra le proprie ambizioni e la realtà osservata. Un Narciso annegato. Volevi suonare al pub? Invece ti ritrovi per strada. 
Eccola la depressione! Parola di Ehrenberg. Invece no, c'è Fiammetta: superba sintesi tra Prozac e Viagra. Normalmente non c'è nessuna Fiammetta, e se telefoni al pub tirando il pacco a due ore dal concerto non ti rispondono certo ammiccando: "Dai, venite, che con le tastiere ci so fare!". Questo spot ha una sensibilità all'americana, che premia chi non si sconforta, laddove mi pare evidente la metafora tra la precarietà della vita del musico di strada e la costellazione stratificata dei lavoratori atipici. Con te partirò? Boh, sarà. Ma dove arriverò? Io non lo so. E neanche Fiammetta. Forse non lo sa neanche Bocelli. 
Non potevano cantare Badlands?

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Alle 3 giugno 2009 alle ore 16:57 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

sono perfettamente d'accordo con la tua analisi. inoltre essendo un fan di caterina murino, fiammetta non mi fa nessun effetto... e poi sai perchè i ragazzi non hanno fatto le prove? perchè sarebbe comunque tempo perso: fanno troppo schifo. sarebbe bello far rifilmare lo spot a michael haneke...

 

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2009-06-02

Fiammetta

Recentemente non guardo molta TV, così magari di stupisco di cose che in realtà sono assolutamente normali.
..Stamattina mi son svegliato e ho acceso il televisore, c'era una pubblicità che raccontava di un gruppo di amici maschi che suonano insieme e che devono incontrare una nuova tastierista, tale "Fiammetta". Si presenta un figone atomico che oltre a essere gentile e piacevole alla fine del concerto ammicca pesantemente a uno dei ragazzi.
Io non posso svegliarmi e vedere ste cose. E' semplicemente falso, non succede, Basta!
Per forza poi la gente è depressa, è questo alzare continuamente le aspettative, nel sesso, nel lavoro. Soprattutto nel sesso.

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Alle 3 giugno 2009 alle ore 11:31 , Anonymous Anonymous ha detto...

Immagina che invece il mio primo pensiero era stato: "ma possibile che questi senza avere mai provato il pezzo si mettano a suonare così come se niente fosse?! Evidentemente dare l'impressione di avere studiato, almeno un po', è da sfigati...". Il latino rende pedanti e abbassa drasticamente il livello ormonale??
Giu

 
Alle 3 giugno 2009 alle ore 12:47 , Anonymous Anonymous ha detto...

scusate, non mi son firmato, sono l'autore del post

 
Alle 3 giugno 2009 alle ore 12:47 , Anonymous Anonymous ha detto...

Secondo me non provano xchè quel pezzo lo suonerebbe chiunque dopo due lezioni di tastiera, peraltro nessuno pagehrebbe un gruppo x suonare quel pezzo (dato che peraltro lo fai fare a "andrea e il suo pianobar" con un semplice sintetizzatore), o fai roba figa, o fai liscio.

Cmq si lamentano che la gente guarda troppa pornografia. Almeno in un porno gli attori sono talmente incapaci che non hai dubbi sulla falsità della cosa, diviene grottesco, qui invece cercano di fingere che sia normale, è più subdolo..

 
Alle 9 agosto 2009 alle ore 23:39 , Anonymous enrico morsiani ha detto...

ahahahaha tamp...l'ho pensato pure io
enrico

 

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2009-05-31

Tutto questo

Tutto questo è una pubblicità
per quell paio di scarpe
che mi sono durate a lungo.

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2009-05-29

Il ponte di Casalecchio

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2009-05-28

Scalo San Donato Bologna

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2009-05-13

* Mutui

Mutui. Quando si vuole comprendere e interpretare il mutamento antropologico che è alla base di ogni fenomeno politico, economico o sociale è sempre interessante cominciare dai mutui. La crisi del 1929 partì dal settore immobiliare. Un po' come quella attuale, fermo restando che Keynes non aveva ancora pubblicato la Teoria Generale della Moneta e dunque le terapie attuali hanno un certo non so che di stantio (come le evoluzioni della Moda o le canzoni di Madonna). Detto questo mi viene da pensare. Dopo il terremoto, i mutui vengono congelati. Al di là del carattere doveroso della misura, c'è anche una ragione logica da considerare. Se non c'è più la casa, non c'è più il mutuo. Se anche non lo congelano, non lo paghi. Tanto, cosa vuoi che ti pignorino? Ma se con la crisi ti trovi il mutuo che vale più della casa, evidentemente qualcosa non funziona. Non puoi più permetterti la casa, ma puoi abitarci, quindi te la possono portare via. Qualcuno ha fatto caso che - da qualche tempo - non va più in onda lo spot che recitava "Puoi ottenere il prestito anche se risulti un cattivo pagatore"?

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2009-05-10

Gavin & Stacey


Gavin & Stacey é la storia di due ragazzi che per lavoro si conoscono al telefono. Lui é di Essex e lei é gallese. Si piacciono, si incontrano , si innamorano e si sposano. Gli altri personaggi della vicenda sono i suoceri (anche se per l’esattezza il padre di lei é morto ed é sostituito dallo zio omosessuale latente e logorroico) e dai rispettivi migliori amici, entrambi ciccioni, che talvolta quando si vedono trombano e fanno anche un figlio.
É in assoluto il telefilm piu’ noioso che abbia mai visto. Se le sit-com inglesi ci hanno abituato alle scene di imbarazzo anche pesante, qui lo spettatore si sente imbarazzato pensando semplicemente alla poverissima sceneggiatura.
L’idea dovrebbe essere giocata sulla differenza tra le culture, ma io, a parte il fatto che l’accento gallese toglierebbe la femminilitá pure a Grace Kelly, (mentre a Essex parlano Cockney, e anche questo fa abbastanza schifo) e che i gallesi sono molto piu’ tamarri, ma comunque sempre di tamarri si parla, io ste cazzo di differenze non le vedo.
Per non parlare dei personaggi. Il protagonista é una brutta versione di Robbie Williams e esegue esattamente due espressioni facciali diverse nel corso di due serie. Lei é buonotta ma appena apre la bocca pensi al mercato del pesce di Roma. Sono tutti antipatici e privi di spessore, tranne forse la cicciona che ha un suo perché , ma non chiedetemi quale. Insomma per chi, come l’editor di questo blog, si diverte a comprare sit-com inglesi su amazon.uk, consiglio vivamente di tenersi alla larga da questa.

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Alle 11 maggio 2009 alle ore 14:37 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

sei un grande

 
Alle 11 maggio 2009 alle ore 14:49 , Anonymous Tamp ha detto...

Grazie!!:-)

 
Alle 11 maggio 2009 alle ore 15:07 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

Caspita, dopo avere letto che erano dei ciccioni stavo per comprarla!

 
Alle 13 maggio 2009 alle ore 12:49 , Anonymous Anonymous ha detto...

Preso atto che il post è bello e divertente (come te, del resto, mio caro) mi chiedo: Che cosa fa di uno zio uno zio "latente"?
Attendo tue!
Brummell in Romagna (Per inciso Brum-Brum-Brummell)

 
Alle 13 maggio 2009 alle ore 14:02 , Anonymous Tamp ha detto...

Mio caro Lord Romagnolo,
Lo zio non e' latente, e' "omosessuale latente", ossia e' omosessuale ma non lo accetta...

 

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2009-05-04

Bravo Paolo Nori

L'ho sentito su Radio 3 leggere Tutto tranne che il liscio col suo accento parmense che mi fa impazzire (o forse è la parlata lenta e ondeggiante?).
Ha anche un sito bello con un bel disegno di una mucca.
Domani è al Modo infoshop di Bologna.

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Alle 4 maggio 2009 alle ore 18:47 , Anonymous pietrobaruzzi ha detto...

è stato fantastico.

 
Alle 4 maggio 2009 alle ore 19:51 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

L'hai sentito sul podcast di Radio 3?

 
Alle 5 maggio 2009 alle ore 21:00 , Anonymous pietrobaruzzi ha detto...

la prima puntata in diretta per caso
poi il podcast ha fatto il resto

 

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2009-05-02

Peep Show

Peep show é un telefim ambientato a Londra. É la storia di due amici trentenni che vivono insieme.

Uno é una specie di impiegato nerd, disilluso dalla vita, insicuro e capace sempre di dire o fare la cosa sbagliata in presenza di una donna che gli interessa (questo in realtá é comune tra noi maschietti, ma solitamente lo sbaglio non é mai cosí grande come quelli che compie lui). L’altro é un disoccupato cannonaro che compone musica elettronica e sogna di sfondare, é piú estroverso e cool, se vogliamo, ma comunque con delle belle tare.
Entrambi, e questo a mio avviso é molto realistico, conducono una vita sessuale molto frustrata, intrappolati in poche e insoddisfacenti avventure di ripiego. É un po’ trash ma le serie inglesi ci hanno abituato a peggio (vedi Shameless, di cui prima o poi parleró).

La struttura é ripetitiva ma figa: é quasi tutto girato in soggettiva, rappresentando il punto di vista dell’uno o dell’altro protagonista, ai dialoghi reali si intermezzano i loro pensieri. La prospettiva degli eventi é quindi doppia e se vogliamo opposta, considerate le differenze dei due personaggi.
L’inglese, infine, é particolarmente agevole, non si sentono inflessioni dialettali, talvolta usano uno slang leggerissimo, e la stessa struttura dei dialoghi impedisce grandi articolazioni nel discorso. Si rivela cosí adatto a chi vorrebbe iniziare a guardare telefilm in lingua originale.


La loro pagina su Channel 4

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Alle 4 maggio 2009 alle ore 10:25 , Anonymous Anonymous ha detto...

Ma secondo te a chi assomiglia il giovane impiegato frustrato? Io e il signor Boshi avremmo un'idea (che la settimana scorsa mi ha attraversato la strada e per un attimo ho pensato di essere a Londra mentre ero in piazza Verdi!). Ti do una mano: tra poco potrebbe essere il migliore amico del sindaco più giovane e più di sinistra dell'emiliano-romagnolo...
Giu

 
Alle 4 maggio 2009 alle ore 10:44 , Anonymous Tamp ha detto...

...Mah, mi permetto di dissentire. Cioe', fisicamente, si'! Quando ho capito a chi ti riferivi mi son fatto una grassa risata!!
Come persona, si', appare frustrato, ma e' moooolto piu' stronzetto, non mi sembra il tipo che si fa mettere i piedi in testa dall'esistenza come l'impiegato, ma forse tu lo conosci meglio...

 

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2009-04-30

Printemps

La primavera tarda a venire. Questo piatto è dedicato sempre alla stessa ignara persona. Da vecchi si ritorna ragazzini?

Di questi tempi le seppie nostrane (dell'Adriatico), belle e freschissime, si avvicinano alla riva e a pochi soldi si trovano sui banchi dei pescivendoli. Una seppia così è completa di tutto ciò che la natura gli ha donato e quindi per le solite due persone ne occorre una da mezzo chilo. Per pulirla occorrono circa venti minuti. Se non siete capaci fatelo fare al pescivendolo oppure arrendetevi e comprate le seppie decongelate che provengono da chissà dove.
In una padella capiente mettete a freddo 250-300 gr. di seppia pulita tagliata a striscioline, uno spicchio di aglio, due cucchiai di olio extravergine. Coprite a filo con acqua e un po' di vino bianco. Incoperchiate e fate cuocere per circa 15 minuti. Quindi aggiungete dei pomodori pelati di grande qualità (ne esistono) e fate cuocere altri cinque o sei minuti. Poi controllate la cottura della seppia e la quantità di liquido rimasto. Se ce n'è troppo continuate a cuocere senza coperchio. Quando il liquido residuo sarà diventato un sugo, aggiustate di sale, peperoncino qualche oliva taggiasca, mescolate e spegnete il fuoco.
In un'altra padella capiente versate un paio di cucchiai di olio e tostate 200 gr. di cous cous precotto, così come si fa per il risotto. Spegnete la fiamma, e versate qualche mestolo di brodo vegetale finché il cous cous ne assorbe.
Spadellate il prodotto su un bel piatto e sgranatelo con una forchetta. Poi formate una bella ciambella di cous cous al centro del quale inserirete il ragù di seppia e mangiatelo con gusto. Per fare bella figura si può impiattare il tutto in porzioni singole.
Beveteci sopra quello che vi pare, ma non l'acqua. È primavera...

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2009-04-28

Mi viene voglia di imparare a suonare la batteria

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2009-04-26

* Generale

Generale. Dietro la collina. La notte (crucca e assassina) è rappresentata dal posto di blocco con etilometro annesso, che balugina sull'autostrada, fin dall'ingresso. Il casello è la collina, meno leopardiana e più rigosiana. Impossibile sottrarsi all'alcol-test. Con proverbiale sobrietà (...) Lord Brummell si aggiudica un bel 0.27, che per chi ha dimestichezza con il codice, corrisponde a un incoraggiante "Vada pure, Dottò". Al suo fianco, foto di gruppo (di ventenni) con signora (sbornia) con in testa il capo-comico (Clown): "Oh, guarda pulotto, che mio zio è Generale...". Naturalmente. Ogni tesi ha l'antitesi che merita. Se si abbassano le soglie consentite per l'alcol alla guida, gli idioti in strada saranno sempre di più. Ed anche il buon vecchio "Lei non sa chi sono io!" rinverdisce i suoi antichi fasti. Tra due minuti è quasi giorno?

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2009-04-23

Fruhling, primavera

La primavera è la stagione degli innamorati. Questa semplice ricetta è quindi dedicata a una persona che non citerò.

Prendete un peperone rosso ed uno giallo, arrostiteli, spellateli e ricavatene delle belle falde.
In una padella mettete un po' d'olio extra vergine di buona qualità ed alcune acciughe sott'olio nonché uno spicchio d'aglio. Prima che le acciughe siano disfatte, fate svaporare un nulla di vino bianco (nella padella). Aggiungete quindi le falde di peperone che avrete finemente tagliato per il lungo a mò di tagliatelle.. Lasciate cuocere per pochi minuti, poi aggiungete una manciata di olive taggiasche e spegnete subito il fuoco. Questa preparazione non prevede il sale.
In una capiente pentola di acqua del rubinetto portata a bollore e salata, cuocete 200 grammi di bucatini di ottima qualità (Gerardo di Nola e simili).
Scolate la pasta e mantecate in padella per qualche minuto. Servite subito. Questa preparazione non disdegna il peperoncino, ma senza esagerare per non coprire il gusto della salsa.
Ovviamente qui si parla di una cucina per 2 persone. Fruhling, primavera...
Consigliato un Cerasuolo fresco ma non ghiacciato.

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2009-04-21

Disney's double take

Tornato in Inghilterra, mi è capitato tra le mani un articolo sulla Disney e sul rotoscoping. Ho così scoperto che le scene di molti cartoni erano state ricavate ricalcando scene di cartoni precedenti.
Caso vuole che il cartone più fake sia proprio il mio preferito da bambino, Robin Hood.
Tuttavia non ci sono rimasto male.
Per esempio, quando imparai che La canzone dell’amore perduto è una rivisitazione del concerto per tromba in D major di Telemann, mi sentii un po’ deluso.
Invece continuo a pensare che Robin Hood sia stato il mio cartone preferito.
Ma è davvero importante?
O forse il punto è che, anche se non importa, questo articolo avrebbe potuto rovinarmi la giornata. Così mi domando se a volte certe cose ho proprio voglia di saperle.
Per la mia persona questa non è una bella domanda, considerato il fatto che la maggior parte dei problemi di natura economica si risolverebbero attraverso il potere informativo e ciò è proprio quello di cui mi occupo. Ma evidentemente il bambino che è in me è un po’ luddista..

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Alle 21 aprile 2009 alle ore 09:56 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

Impressionanti le animazioni! Impressionante sto Telemann! Anche io sono come te, e certe cose penso sia meglio non saperle...

 

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2009-04-20

L'anello della vita

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2009-04-13

Che stanza ci viene qua?

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2009-04-12

Quel che resta

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Composizione pasquale

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2009-04-08

Conoscere gente sul treno, dicevano gli Amari

Ti dimentichi la borsa col tuo computer sul sedile di fianco a quello dov'eri seduto.
Una persona ti chiama in tempo, prima che tu scenda, te lo fa notare, torni sul posto, recuperi la borsa e anziché dimostrarti infinitamente grato e imbarazzato, riesci solo a fare pollice in alto.
Non sei forse solo un cafonciello che si meritava di dimenticare il computer sul regionale per Piacenza?

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Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:31 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

magari un grazie... oggi come oggi la gentilezza è rivoluzionaria...
ma ti è capitato davvero o è un apologo?

 
Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:37 , Anonymous Emmaboshi ha detto...

È capitato davvero, sotto i miei occhi.

 

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2009-04-07

Atonement

A Oadby, alla cena di Natale del dipartimento, confesso alla mia amica Siân la mia passione per i romanzi. Lei, di orgini gallesi e con un master in letteratura inglese, mi parla di Ian McEwan e del suo libro più famoso. Atonement. Imparo ora che ne è stato tratto un film. In Italia pare che sia stato tradotto con Espiazione. Dato che recentemente leggo solo robazza fantasy, cercai il libro incuriosito.  


È un romanzo decisamente femminile, non c’è quindi da stupirsi che mi sia piaciuto, dato che uno dei miei libri preferiti è Cime tempestose. È la storia di una persona che commette un errore irreparabile. Diventata scrittrice cercherà, attraverso la scrittura, un modo per riparare al suo torto e ottenere la redenzione. Non dirò di più per non rovinare la sorpresa. 
È in assoluto una delle storie più tristi che abbia mai letto. 

Dal punto di vista narrativo, l’uomo è un buon romanziere, lo stile è bello e efficace (per quanto il mio inglese ancora timido possa apprezzare i dettagli della scrittura in originale). Conosce gli strumenti del mestiere: utilizza al meglio la forza dell’evento, esalta come lo stesso avvenimento possa esser percepito in modo totalmente differente da diversi punti di vista e come questo possa influire sul corso delle cose, utilizza il colpo di scena in maniera (quasi) inaspettata. 
Vivamente sconsigliato se siete un po’ giù.

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2009-04-04

Fuoco nell'orecchio

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Alle 8 aprile 2009 alle ore 15:32 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

è un nuovo modo di farsi una canna senza intossicare i polmoni?

 

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2009-04-02

Indovina chi viene a cena. Ovvero scopri l'intruglio.


O meglio, scopri quale dei miei lavori è in questa foto scattata alla libreria.coop Ambasciatori di Bologna.

Se proprio ti arrendi clicca qui.

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Alle 2 aprile 2009 alle ore 11:55 , Anonymous Anonymous ha detto...

Sarai mica quello nella foto di sinistra??

 
Alle 2 aprile 2009 alle ore 19:13 , Anonymous Pasquale Pignalosa ha detto...

chissà qual'è...

 
Alle 14 settembre 2009 alle ore 09:30 , Anonymous stefano tonti ha detto...

...l'avevo indovinato!

 

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2009-04-01

* Pollock

Pollock. Al consueto appuntamento con il Processo a X Factor, in onda ogni sabato alle 14, mi sono reso conto che durante la puntata del 28 Marzo è avvenuto un fatto realmente singolare. Il banco dei "piemme", ossia dei giudici di ogni risvolto comunicativo rispetto ai personaggi ed alle performance canore, annovera tra i suoi più agguerriti esponenti il giornalista Alessandro Rostagno. Rostagno è un bel personaggio, uno capace come Vittorio Sgarbi di portare la propria antipatia al paradosso, fino a risultare - almeno ai miei occhi - simpatico e di brillante intelligenza. Ne fornisco un esempio. Rostagno cita la cantante Dolcenera, sottolineando che il suo nome d'arte è improprio, quasi un ossimoro. Ora, il pubblico si divide come sempre in correnti: chi protesta e chi sostiene. Qualcuno ride. Ma nessuno che faccia notare, a Rostagno ed agli altri, che Dolcenera prende il proprio nome d'arte da un omonimo pezzo di De André, come da lei stessa ricordato a un tributo. Nemmeno il presentatore lo fa. Ora, non mi importa che qualcuno riprenda il giornalista che - fallibile come ogni essere umano - ha semplicemente commesso un errore. Mi preme sottolineare che il pubblico, così sempre convinto di potersi autodeterminare e di essere sovrano, ha perso nuovamente l'occasione per una piccola rivincita. E questo perchè, come dice Rostagno, se Pollock crea una performance e tu non la capisci la colpa non è di Pollock, ma è la tua! Allo stesso modo la sovranità dovrebbe esprimersi, anche nel loisir, attraverso la conoscenza. Ma è evidente che la TV insegna che le persone possono anche essere offese, purchè non se ne rendano conto. E pensare che Karl Popper la chiamava cattiva maestra. Dobbiamo forse ringraziarlo, Rostagno?

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2009-03-31

Le torri di luce di Bologna


Grande evento stasera La notte della torre

Un progetto di light design, ad opera dei ragazzi di Articolture, del quale quale ho curato il progetto grafico.
L'evento si inserisce nell'ambito di un progetto più ampio che si chiama Bologna la selva turrita.

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